Acufeni

Cos’e’ l’acufene? Cura dell'acufene a Francavilla Fontana e Brindisi

L’Acufene, detto anche tinnito, è la percezione di suoni o di rumori che sembrano pervenire dall’interno di un orecchio, oppure di entrambi. Tali suoni, in realtà, non sono provocati da fonti sonore reali. Se bene vengano comunemente descritti come “trilli”, i suoni dell’acufene sono molto diversi tra loro e possono includere: ticchettii, fischi, sibili, ronzii o rombi simili a quelli di un motore. L’’intensità con cui si percepisce l’acufene, e più in generale tutta l’esperienza acufenica, sono strettamente individuali.

L’acufene è una condizione che affligge circa il 10-15% della popolazione globale. L’incidenza dell’acufene aumenta con l’età: infatti circa una persona su cinque di età compresa fra 55 e 65 anni riferisce qualche sintomo di acufene. L’acufene è uno dei problemi otologici più comuni e stressanti che interferiscono con la qualità della vita di un paziente. L’acufene di per se non è una malattia. È un sintomo che può essere associato a malattie di origine: otologica (otite media, labirintite, mastoidite, Schwannoma vestibolare, meningioma, sindrome di Ménière, otosclerosi, ecc.), neurologica(Meningite, emicrania, sclerosi multipla ed epilessia), traumatica (lesioni testa-collo, perdita di conoscenza), cardiovascolare (ipertensione), endocrine (diabete mellito, iperinsulinemia, ipotiroidismo, cambiamenti ormonali durante la gravidanza), farmaci ototossici (analgesici, antibiotici aminoglicosidi, antineoplastici, corticosteroidi), psicologica (ansia, depressione, trauma emotivo). Esistono numerose teorie neurofisiologiche sul luogo di origine e sulle cause dell’acufene, tuttavia nessuna di esse è stata dimostrata con certezza assoluta.

Le prime teorie ipotizzavano che l’acufene nascesse nella coclea. La teoria più accettata sostiene invece che l’acufene nasca nel cervello e sia attivato dalla perdita dei normali input provenienti dall’orecchio interno. La diminuzione degli input uditivi provenienti dalla coclea, dovuta ad un danneggiamento delle cellule cigliate esterne, provoca riassestamenti nel sistema uditivo centrale, che a loro volta danno luogo ad una attività neuronale anomala, la quale comprende iperattività, scariche intense e aumenti della sincronizzazione neurale. Tale attività neuronale viene percepita dal paziente sotto forma di acufene. Il meccanismo che causa questa sensazione anomala viene amplificato e reso persistente dai centri cerebrali più alti. L’acufene viene spesso percepito come molto intenso, anche se il livello sensoriale misurato è basso.

La severità dell’acufene dipende dal modo in cui il sistema nervoso autonomo classifica l’acufene (ad esempio come minaccia o suono nocivo ignoto), dall’associazione con il modo in cui è cominciato l’acufene (ad esempio un evento traumatico) e dal suo rapporto con altre reazioni fisiologiche (come stress, ansia e depressione). Se il suono viene percepito come minaccioso o comunque grave, il sistema limbico produce una reazione emotiva che innesca un “circolo vizioso” negativo. Accettata l’ipotesi che si tratti di un effetto collaterale di un danno subito dal sistema uditivo di una persona: infatti l’80% dei pazienti che hanno problemi di acufene è affetto anche da ipoacusia. In alcuni casi questa perdita dell’udito è così lieve che la persona non si rende neanche conto della sua esistenza.
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Trattamento dell’acufene

Gli approcci al trattamento clinico o alla gestione dell’acufene sono vari, dato che i meccanismi fisiologici che lo causano non sono ancora del tutto noti. Molti farmaci sono stati indicati come possibili trattamenti clinici dell’acufene, quali antidepressivi, anticonvulsivanti, rilassanti muscolari e ansiolitici, e non è stato ancora sviluppato nessun medicinale specifico per il trattamento dell’acufene (Dobie, 1999; Henry et al., 2008).
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    In più, alcuni integratori come il ginkgo biloba e lo zinco sembrano essere potenziali coadiuvanti nella terapia contro l’acufene, ma mancano sufficienti prove cliniche a supporto (Noble, 2008). Al momento non esiste alcun farmaco contro l’acufene che sia stato approvato dalla FDA (Food and Drug Administration – Agenzia per gli alimenti e i medicinali Statunitense). Stimolazioni elettriche ed elettromagnetiche sono state ritenute efficaci nel trattamento dell’acufene, e in questo campo le ricerche stanno continuando (Dauman, 2000; Dornhoffer & Menneimer, 2010; Noble, 2008; Tyler, 2006).


    La Sound Therapy, o l’utilizzo di un qualsiasi suono a scopi clinici, è universalmente accettata come un efficace strumento per la gestione dell’acufene. L’obiettivo dell’uso del suono nel trattamento dell’acufene è di ridurne al minimo la sua percezione da parte del paziente, riducendo il rapporto segnale-rumore tra l’acufene e i suoni ambientali in sottofondo (Folmer & Carrol, 2006; Del Bo & Ambrosetti, 2007). Nonostante questo comune obiettivo, i diversi approcci alla Sound Therapy hanno vari scopi, come descritto da Tyler (2006): “ridurre l’attenzione verso acufene, ridurre l’intensità dell’acufene, sostituire un suono sgradevole (l’acufene) con uno meno fastidioso (suono in sottofondo), dando al paziente maggiore controllo”.

Il mascheramento e’ un’altra sound therapy dell’acufene

Il mascheramento totale implica l’uso di un suono che impedisca al paziente di udire l’acufene. L’efficacia di questo tipo di approccio è stata dimostrata da ricerche scientifiche quali quella di Hazell et al., 1985. Il beneficio del mascheramento totale è che il paziente percepisce immediatamente sollievo, in ogni caso un aspetto negativo è che il suono utilizzato per mascherare l’acufene possa risultare troppo intenso per poter essere tollerato, specialmente per un lungo lasso di tempo (Tyler, 2006). 
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    Il mascheramento parziale utilizza invece un suono che consente al paziente di udire anche l’acufene quasi come se non stesse percependo più alcun suono (Tyler, 2006).


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